Allenare il cervello prima dei muscoli


Quando siamo bambini impariamo ad andare in bicicletta, poi magari restiamo fermi per venti anni, però se ci ricapita sotto mano non abbiamo problemi a farci una pedalata sulle due ruote.
Andiamo in palestra, la nostra scheda dura circa un’oretta, ci cambiano scheda e ci mettiamo mezz’ora in più pur avendo lo stesso numero di esercizi.
Stiamo parlando al telefono con le chiavi della macchina in mano, finita la telefonata non abbiamo più le chiavi in mano e non abbiamo idea di dove le possiamo averle appoggiate.
Cosa hanno in comune tutte queste attività? L’automatizzazione. Tale processo è uno dei più potenti da un punto dal vista motorio. Quando stiamo imparando un gesto, e questo vale per il neonato che inizia a camminare quanto per il ginnasta che impara la croce agli anelli, attraversiamo una fase in cui dobbiamo concentrarci su ogni singolo movimento. Facciamo un sacco di fatica, è estenuante a tratti. Poi con la ripetizione e l’allenamento il gesto diventa automatico. Non è più la corteccia cerebrale a occuparsi del controllo, ma il cervelletto e in generale tutta la via extrapiramidale. 
Entriamo in una fase che Kurt Meinel definisce Coordinazione Fine ed è la fase in cui impariamo a sciare godendoci il paesaggio, andiamo in bicicletta chiacchierando o camminiamo parlando al telefono. Gesti che sono diventati automatici e non richiedono più attenzione. Nella fase precedente, quella della  Coordinazione Grezza dobbiamo stare attenti ad ogni piccolo movimento ed effettuare eventuali correzioni. Ma quando il gesto è automatizzato, inserito in uno schema motorio, al nostro cervelletto è sufficiente lanciare il programma “sciare” per poter sciare senza tanto pensarci su. 

Andiamo in Palestra: accade esattamente la stessa cosa, specie per chi non ha un gesto tecnico perfetto ed automatizzato. I primi mesi li passiamo a sincronizzare le fibre temporalmente e spazialmente e solo dopo, molto dopo, le fibre, i muscoli cominceranno a crescere. Questo succede perchè non abbiamo ancora automatizzato il gesto, come un pianista dobbiamo imparare tutti i piccoli movimenti e questo costa fatica e disperde energie. Dopo continue ripetizioni lo schema motorio passerà a quella che Schmidt e Weisberg definiscono memoria chinestetica una memoria pressochè illimitata che non viene mai persa (al contrario di quella dichiarativa) a questo livello eseguire il gesto sarà facile ed economico per il mio corpo. Gli adattamenti successivi saranno fisiologici e muscolari.
Se siete principianti quindi non stupitevi di avere dei carichi bassi, semplicemente il vostro cervello non sa che muscoli usare per alzarli. Abbiate pazienza e ripete, la ripetizione del gesto è l’unica strada verso l’apprendimento motorio.

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